Macugnaga è una piccola Comunità Montana Ossolana dalle antiche origini
Walser composta dalle frazioni di Borca, Staffa e Pecetto; si trova alla
fine della Valle Anzasca e la strada che vi conduce restituisce un senso
di storia alpina molto profondo, alimentato dal grande cammino umano dei
Walser, dalle antiche storie di streghe, dalla presenza di miniere d’oro
costate enormi sacrifici alla popolazione locale, dai tanti valichi
percorsi dai contrabbandieri nei duri periodi di guerra. E poi lo sviluppo
dell’ alpinismo sulla parete Est del Monte Rosa porta con sé storie di
uomini eccezionali quanto la montagna che affrontavano, una parete enorme,
la più alta delle Alpi, la più vicina come conformazione ai colossi
Himalayani. Durante i decenni questa montagna è cambiata sotto lo sguardo
attento dei geologi: oggi la corazza di ghiaccio che un tempo permetteva
l’ ascesa delle vie più toste stà sparendo. Ma questo non è
necessariamente un male; se molto vie di misto risultano impraticabili,
altre sono state recentemente aperte proprio perché lo sciogliersi del
ghiaccio millenario ha dato vita ad entusiasmanti percorsi di roccia poi
attrezzati fino a diventare stupende vie di arrampicata sportiva; tra
tutte le vie sportive Alto Gradimento (crestone Marinelli 3200 mt.) e No
name (triangolo della cima Jazzi 3804 mt.). Il desiderio di far conoscere
questi itinerari su roccia si è poi sposato con quello di fare un punto
iniziale su un discorso parallelo, quello del bouldering nella zona del
rifugio Zamboni, ed è nato il progetto ZamBlocco. Se infatti abbassiamo
lo sguardo dalla parete Est al piano che ne è alla base, dove si trova il
rifugio Zamboni (2070 mt.), scopriremo una zona di prati verdissimi
punteggiata da una grande quantità di massi erratici. Ed è proprio qui
che si può approdare partendo a piedi dalla frazione di Pecetto di
Macugnaga in circa due ore e mezzo o sfruttando la seggiovia fino al
Belvedere per poi camminare per una ventina di minuti circa. Nostro
intento è stato quello di produrre Zamblocco_NOTE una guida della zona
che descrivesse una buona quantità di sassi, 25 circa, con relativi
passaggi e punti GPS, per creare le basi di un discorso da ampliare grazie
ai contributi di chi scoprirà a sua volta questo spot magico. La roccia
che troverete è il tipico gneiss e i sassi offrono una grande varietà di
arrampicata: placche, tacche, strapiombi, lame, fessure, tetti e tettini,
spigoli, diedri, lanci e svasi vi terranno occupati fino a quando il
desiderio di una visita enogastronomica al rifugio avrà la meglio, il
periodo consigliato va da Maggio a Ottobre. I massi si trovano tutti
nell’ area retrostante il rifugio Zamboni ed anche l’ attacco di
alcune vie classiche e sportive (Gino, Berta Filava, Genepì Express, Via
dei Balossi, Alto Gradimento) può essere raggiunto a partire dal rifugio.
Sul posto è stato attrezzato con spit anche un grande masso che offre
divertenti monotiri; le principali falesie Burgener e Bettineschi si
raggiungono invece da Macugnaga (1300 mt.) come le due zone boulder di
Isella e Staffa ancora in fase di studio e pulizia; nelle giornate di
pioggia è possibile altresì rifugiarsi nel pannello indoor che è stato
attrezzato a Testa, una piccola frazione a cinque minuti da Staffa. La
sera è possibile effettuare un ottimo defaticamento con il
“Boulderbar” a baste di Janiro e traversi sul bancone, alternati da
riposi con boccali di birra presso il Mignon bar di Pecetto, ritrovo dei
boulderisti e non...