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Il viaggio di Marijeta Mojasevic, da sopravvissuta a un ictus ad attivista per i diritti delle persone con disabilità [1]
['Guest Contributor']
Date: 2025-07-07 17:16:57+02:00
Questo articolo, scritto da Clarisse Sih e Bibbi Abruzzini, fa parte della campagna #MarchWithUs [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], un intero mese di storie da attivisti per la giustizia di genere provenienti da tutto il mondo.
Svegliarsi temendo per la propria vita a causa di un problema neurologico è una situazione in cui nessuno vorrebbe mai trovarsi. Marijeta Mojasevic sicuramente non pensava all’eventualità di un ictus, soprattutto non a 17 anni.
Mojasevic è nata a Berane, in Montenegro, nel 1988. Frequentava le superiori quando ha avuto il primo ictus.
“Vai a fare una gita e ti risvegli al pronto soccorso. In quel momento, mi dissi che non volevo stare lì. Ricordo l’altro ragazzo che era nella stanza con me. Eravamo entrambi messi malissimo. Più tardi, sfortunatamente, morì,” racconta Marijeta.
‘È tutto diverso: io sono diversa’
Sei mesi dopo ebbe un altro ictus. Il primo ictus, all’età di quindici anni, aveva danneggiato alcuni vasi sanguigni nel cervello, che a seguito del secondo non sono più stati in grado permanentemente di portare ossigeno al cervello.
Marijeta ha dovuto abbandonare la scuola per un anno e mezzo e ci è tornata partendo da una situazione completamente diversa: vedendoci doppio, prendendo medicine pesanti e con una emiparesi [it], ossia debolezza di un intero lato del corpo. Ma questa era solo una parte dei suoi problemi.
“Il mio quadro neurologico è stato compromesso e non tornerà più come prima. Il dolore cronico è diventato un amico inseparabile e un male inevitabile. Ho dovuto accettare che non avrei camminato mai più come prima o usato la mano destra come prima e avrei avuto difficoltà a vedere bene.”
Mojasevic ha recentemente pubblicato dei brani tratti dal suo diario personale, scritti prima e dopo l'ictus [sr].
Lunedì 2 settembre 2002
Caro diario,
Oggi inizia l’anno scolastico e tutto il resto sarà irrilevante a partire da oggi. Solo la scuola è importante. Ero un po’ indecisa se scriverti perché so quanto era rompiscatole mio fratello. La prima volta ho strappato alcune pagine per paura, ma non lo farò più. Diana si è innamorata di Aleksander e, secondo la sua versione, anche Mia ha una cotta per lui. Lui è abbastanza carino. Devo confessartelo, Martin è molto gentile con me. Devo scoprire se è ancora innamorato di me. Angel ha un taglio di capelli orribile e gira voce che il mio tutor entrerà nell’esercito. Cosa farò senza di lui!!!
Ti voglio bene! Tua Maki
Venerdì 11 aprile 2003
Caro diario,
Innanzitutto, scusami se non ti ho risposto. E poi, sono terrorizzata. Domani c’è la gara di fisica e sono molto agitata. Ho fatto tantissimi esercizi e mi sento sicura (il che è già qualcosa), ma la paura da palcoscenico mi schiaccia. Non penso che riuscirò a dormire stanotte!
La tua fisica
Lunedì 28 luglio 2003
Caro diario,
Ieri notte ho avuto una crisi di pianto. Qualcosa dentro di me si è rotto e, non so, stavo veramente male. Sono così … così depressa. È tutto diverso. Io sono diversa… e tutti attorno a me. E questa cosa mi disturba parecchio. Il loro rapporto. E per la scuola, ho davvero tanta paura, ma spero che andrà bene. Be’, come ti dico, tutto è in qualche modo … cambiato.
Tua M
Giovedì 18 settembre 2003
Caro diario,
Oggi è il mio compleanno. Non farò niente, perché non è il momento giusto per festeggiare. Non è il momento giusto per niente. Tu mi capisci. Sto così male. Cerco di essere la stessa di prima, ma non funziona. A scuola è orribile. È tutto diverso e stupido. La società, i professori, tutto. Mi sento sola e stupida. Ma questo è stato molto tempo fa. Non riesco a descriverti cosa di preciso mi dà fastidio, ma la lista è lunga. Questa non sono più io. È un’altra persona. E mi manca la mia vecchia me! Ecco, sto piangendo. Patetica e ridicola, vero? Penso che Dio avrebbe dovuto portarmi via. Non ce la faccio così. Non ce la faccio.
Ha firmato l’ultima annotazione nel diario come NESSUNO. La sua trasformazione è stata molto rapida e inevitabile, ma comunque quasi invisibile.
“Ho perso molti amici a causa dello stigma e dei pregiudizi legati alla disabilità. Poi ho fatto nuove amicizie e sono il tesoro della mia vita. Come educatrice, cerco di spiegare ai giovani perché non dovrebbero avere paura della diversità e che la disabilità è un tipo di diversità,” racconta Marijeta.
Vita con disabilità
In Montenegro, il quale, come molti paesi nei Balcani e non solo, ha creato soltanto recentemente un sistema per supportare le persone con disabilità [sr], Mojasevic è oggi una mamma, un’assistente sociale, educatrice e un’attivista per i diritti delle persone con disabilità. È stata inserita nella lista delle 100 persone più influenti secondo la BBC [sr] — una tra le poche persone provenienti dai Balcani quest’anno. Lavora soprattutto con le giovani generazioni, di solito molto interessate ai suoi workshop “Vita con Disabilità”:
“L’anno scorso ho lavorato con un gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole medie. Mi ricordo quel giorno perché volevano che mi fermassi di più e raccontassi più cose. È stata un’esperienza davvero impattante. Voglio cambiare il loro punto di vista e voglio che accettino le persone con disabilità come membri della loro stessa società, come amici, come colleghi di lavoro.”
Mojasevic è anche ambasciatrice per OneNeurology, un’iniziativa che si prefigge lo scopo di rendere la salute neurologica una priorità nella salute pubblica globale. Ci sono più di 400 disturbi neurologici e il 92% di chi ha una malattia neurologica afferma di sentirsi colpito dallo stigma legato al disturbo.
La dimensione di genere della salute
Questo stigma, tuttavia, ha anche una componente di genere. Se la parità di genere salva vite, è vero anche il contrario: la disuguaglianza di genere miete vite. Ciò è particolarmente vero nell’ambito della salute, in cui il pregiudizio di genere è endemico e al contempo potenzialmente fatale.
“I rapporti di potere basati sul genere sono alla radice delle cause della disuguaglianza di genere e sono tra le variabili sociali che più influiscono sullo stato di salute della persona. Fanno sì che i bisogni delle persone sul versante della salute vengano riconosciuti o meno, che le persone abbiano voce o controllo sulle proprie vite e sulla propria salute, che siano consapevoli o meno dei propri diritti,” afferma il rapporto “Unequal, Unfair, Ineffective and Inefficient — Gender Inequity in Health: Why it exists and how we can change it” del Women and Gender Equity Knowledge Network della Commissione sui Determinanti Sociali di salute dell’OMS.
Il rapporto sottolinea come la disuguaglianza di genere influisca negativamente sulla salute fisica e mentale di milioni di persone nel mondo: ne sono vittime sia ragazze e donne sia ragazzi e uomini. I ricercatori suggeriscono vari approcci per cambiare le cose, tra cui riformare le leggi e le politiche per promuovere i diritti delle donne, contrastare norme e stereotipi di genere dannosi e affrontare vulnerabilità e rischi per la salute specifici per genere.
Ma non è tutto: è necessario migliorare la consapevolezza e l’accesso alla salute per le donne, ridefinire gli equilibri di genere nella ricerca in ambito sanitario e promuovere la parità di genere all’interno delle organizzazioni, sostenendo al contempo gruppi che si battono per una presa di consapevolezza e responsabilità.
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[1] Url:
https://it.globalvoices.org/2025/07/il-viaggio-di-marijeta-mojasevic-da-sopravvissuta-a-un-ictus-ad-attivista-per-i-diritti-delle-persone-con-disabilita/
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