The Linux Installation HOWTO
di Eric S. Raymond
v4.22, 26 maggio 2000
Questo documento descrive come ottenere e installare il software
Linux. � il primo documento che un nuovo utente di Linux dovrebbe
leggere per iniziare. Traduzione a cura di Giovanni Bortolozzo
<
[email protected]>.
1. Introduzione
1.1. Scopo di questo documento
Linux � un'implementazione di UNIX liberamente distribuibile che gira
su personal computer economici (� stato sviluppato su 386 e ora gira
su hardware 486, Pentium, PowerPC, Sun Sparc e DEC Alpha e anche nei
mainframe IBM System 390!). Supporta un'ampia gamma di software,
incluso X Window, Emacs, supporto di rete TCP/IP (SLIP incluso) e
molte altre applicazioni.
Questo documento presume che si sia gi� sentito parlare di Linux e si
voglia cimentarsi a installarlo. Il documento � incentrato sulla
piattaforma Intel, che � la pi� popolare, ma molti dei consigli
riportati si applicano anche a Power PC, Sparc e Alpha.
1.2. Altre fonti di informazione
Se si � dei novizi di Linux, ci sono diverse fonti di informazione di
base sul sistema. Il miglior posto per trovarle � nella home page del
Linux Documentation Project a <
http://www.linuxdoc.org>. L� si
trover� l'ultima e pi� aggiornata versione di questo documento, come
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Installation-HOWTO.html>
Probabilmente si dovrebbe cominciare dando un'occhiata alla risorse
nella sezione General Linux Information, al Linux INFO-SHEET
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/INFO-SHEET.html> e alle Linux META-FAQ
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/META-FAQ.html>. Il documento `Linux
Frequently Asked Questions' contiene molte domande comuni (e le
relative risposte!) su Linux: � una ``lettura di dovere'' per i nuovi
utenti.
� possibile trovare aiuto per i problemi pi� comuni nei newsgroup di
Usenet comp.os.linux.help e comp.os.linux.announce.
Il Linux Documentation Project sta scrivendo una serie di manuali su
Linux, tutti liberamente distribuibili in rete e disponibili dalla
home page di LDP.
Il libro ``Linux Installation and Getting Started'' � una guida
completa su come procurarsi e installare Linux, oltre a spiegare come
usare il sistema una volta installato. Contiene un tutorial completo
sull'uso e il funzionamento del sistema e molte pi� informazioni di
quelle qui contenute. Gli si pu� dare una scorsa o scaricarne una
copia dalla home page di LDP.
� inoltre disponibile il documento, piuttosto tecnico, Guide to x86
Bootstrapping <
http://www.paranoia.com/~vax/boot.html>. Questo
documento � pi� orientato verso NetBSD piuttosto che su Linux, ma
contiene materiale utile sulla configurazione dei dischi e sui boot
manager per le configurazioni multi-OS.
Invito a non scrivermi chiedendomi aiuto sull'installazione. Anche se
avessi il tempo di gestire questo tipo di richieste, la risoluzione
dei problemi via mail � molto meno efficiente del chiedere aiuto al
proprio gruppo utenti Linux locale. Si possono trovare informazioni
sui diversi gruppi Linux locali in giro per il mondo nel sito di LDP
<
http://www.linuxdoc.org/>.
1.3. Nuove versioni di questo documento
Le nuove versioni del Linux Installation HOWTO saranno periodicamente
inviate nei newsgroup comp.os.linux.help, comp.os.linux.announce e
news.answers. Saranno pure depositate in diversi siti WWW e FTP su
Linux, tra cui la home page di LDP.
L'ultima versione di questo documento pu� pure essere visionata nel
World Wide Web attraverso l'URL
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Installation-HOWTO.html>.
1.4. Commenti e correzioni
Se si hanno domande o commenti a proposito di questo documento, si
scriva liberamente a Eric S. Raymond, a
[email protected]. Qualsiasi
suggerimento o critica � benvenuto. Se si trovano errori in questo
documento, me li si renda noti in modo che possa correggerli nella
prossima versione. Grazie.
Invito a non inviarmi domande su come risolvere i problemi hardware
incontrati durante l'installazione. Si consulti la guida ``Linux
Installation and Getting Started'', lo si segnali al proprio
rivenditore o si consulti il newsgroup comp.os.linux.setup. Questo
HOWTO � pensato per essere una guida rapida e indolore alla normale
installazione: � in preparazione un altro HOWTO sui problemi hardware
e la loro diagnosi.
2. Modifiche recenti
� Aggiunta la sezione `Compra, non compilare'.
� Aggiunto il materiale sul boot da CD-ROM.
3. L'opzione pi� semplice: compra, non compilare
Linux � ora sufficientemente maturo che adesso esistono alcuni
rivenditori di sistemi che assemblano workstation, installando e
configurando Linux e operando un intenso controllo prima di venderle.
Se si hanno pi� soldi che tempo, questi assemblatori forniscono un
valido servizio assicurandosi che non vi venderanno dell'hardware
difettato o che morir� due giorni dopo essere uscito dalla scatola.
Ci sono diversi marchi di questo tipo (ne fornir� un elenco qui non
appena ne so qualcosa di pi�). L'unica attrezzata in questo senso che
conosco � la VA Research <
http://www.varesearch.com>; nel 1998 sono
diventato un membro del consiglio direttivo (Board of Directors) della
VA. La VA costruisce workstation Linux di alto livello e qualit� con
un bel logo di Tux il pinguino davanti. Hanno un intimo legame con la
comunit� Linux; SourgeForge, il sito della GNU e il progetto Debian
vivono tutti su macchine in una delle loro stanze sul retro, e la
macchina personale di Linus � una delle loro.
Per quelli di noi senza un ricco budget, il resto di questo HOWTO
spiega come installarsi Linux da soli.
4. Prima di cominciare
Prima di poter installare Linux, � necessario assicurarsi che la
propria macchina sia adatta a Linux e inoltre scegliere un Linux da
installare. La Linux Pre-installation checklist
<
http://members.tripod.com/~algolog/lnxchk.htm> pu� tornare utile per
organizzare i dati della configurazione prima di iniziare.
4.1. Requisiti hardware
Che tipo di sistema � necessario per utilizzare Linux? Questa � una
buona domanda; gli effettivi requisiti hardware per il sistema
cambiano periodicamente. Il Linux Hardware-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Hardware-HOWTO.html>, fornisce un
elenco (pi� o meno) completo dell'hardware supportato da Linux. Il
Linux INFO-SHEET, <
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/INFO-SHEET.html>,
fornisce un altro elenco. Per le versioni Intel, � richiesta una
configurazione hardware simile alla seguente.
Un qualsiasi processore 80386, 80486, Pentium o Pentium II andr� bene.
Cloni non Intel del 80386 e superiori generalmente funzionano. Non �
necessario un coprocessore matematico, sebbene sia una buona cosa
averne uno.
Sono supportate le architetture di bus ISA, EISA, VESA Local Bus e
PCI. L'architettura di bus MCA (presente nei modelli PS/2 dell'IBM) �
minimamente supportata a partire dai kernel 2.1.x, ma potrebbe non
essere ancora pronta per il debutto.
Sono necessari almeno 4 megabyte di memoria. Tecnicamente, Linux
funzionerebbe con solamente 2 mega, ma la maggior parte delle
installazioni e del software ne richiedono 4. Pi� memoria si ha, pi�
felici si sar�. Suggerisco un minimo assoluto di 16 megabyte se si ha
intenzione di usare X-Window; 64 � meglio.
Naturalmente, sar� necessario un disco fisso e un controller di disco
AT standard. Dovrebbero funzionare tutti i dischi e controller MFM,
RLL e IDE. Sono pure supportati molti dischi e adattatori SCSI; il
Linux SCSI-HOWTO contiene maggiori informazioni sul supporto SCSI. Se
si sta assemblando un sistema appositamente per utilizzarlo con Linux,
il piccolo costo aggiuntivo da sostenere per lo SCSI � ampiamente
compensato considerate le migliori prestazioni e affidabilit� che
offre.
Sar� necessario un lettore di dischetti da 3.5". Sebbene sotto Linux
siano supportati anche i dischetti da 5.25", sono scarsamente usati e
non si dovrebbe far conto su immagini di dischetti che ci stiano
dentro (un Linux ridotto all'osso pu� realmente funzionare su un unico
dischetto, ma � solamente utile per l'installazione e la risoluzione
dei problemi).
� inoltre necessaria una scheda video MDA, Hercules, CGA, EGA, VGA o
Super VGA e un monitor. In generale, se la propria scheda video e
monitor funzionano sotto MS-DOS allora dovrebbero funzionare anche
sotto Linux. Comunque, se si desidera utilizzare il sistema X Window,
esistono altre restrizioni sull'hardware video supportato. Il Linux
XFree86-HOWTO, <
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/XFree86-HOWTO.html>,
contiene maggiori informazioni sull'esecuzione di X e le sue
richieste.
� desiderabile anche un lettore CD-ROM. Se � ATAPI, SCSI o un vero
IDE non si dovrebbero aver problemi a farlo funzionare (ma attenzione
ai lettori economici pubblicizzati come interfacce "IDE" ma che non
sono vere IDE). Se il proprio CD-ROM usa una scheda di interfaccia
proprietaria, � possibile che il kernel d'installazione che si intende
utilizzare per il boot da dischetto non sia in grado di vederlo, e un
CD-ROM inaccessibile blocca l'installazione. Inoltre, non
funzioneranno per niente i CD-ROM che si attaccano alla porta
parallela. Se si hanno dubbi, si consulti il Linux CD-ROM HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/CDROM-HOWTO.html> per un elenco e i
dettagli dell'hardware supportato.
Le cosiddette schede senza ponticelli ``Plug'n'Play'' possono essere
un problema. Il loro supporto � in attivo sviluppo, ma non c'� ancora
niente nel kernel 2.0.35. Fortunatamente questo sembra essere un
problema solo con schede audio e Ethernet.
Se si possiede una macchina che usa uno dei processori 68K della
Motorola (tra cui le macchine Amiga, Atari e VMEbus), si veda la
Linux/m68k FAQ a
<
http://www.clark.net/pub/lawrencc/linux/faq/faq.html> per
informazioni sui requisiti minimi e stato del port. Attualmente la
FAQ dice che m68k Linux � stabile ed usabile quanto lo � la versione
Intel.
4.2. Requisiti di spazio e coesistenza
Nel proprio disco fisso si avr� bisogno di spazio libero per Linux.
L'ammontare dello spazio necessario dipende da quanto software si ha
intenzione di installare. Oggi la maggior parte delle installazioni
richiede un'area su disco di circa un giga di spazio. Ci� comprende
lo spazio per il software, la swap (usata come RAM virtuale nella
macchina) e spazio libero per utenti, ecc.
� concepibile che si possa usare un sistema Linux minimo in 80 mega o
meno (questo era piuttosto comune quando le distribuzioni di Linux
erano pi� piccole), ed � pure concepibile che si possano usare ben pi�
di due gig per tutto il software per Linux. L'ammontare varia
notevolmente a seconda della quantit� di software che si installa e da
quanto spazio richiede. Se ne parlar� meglio pi� avanti.
Linux coesister� sul disco fisso con altri sistemi operativi, come MS-
DOS, Microsoft Windows o OS/2 (infatti si pu� accedere ai file di MS-
DOS ed eseguire alcuni programmi MS-DOS sotto Linux). In altre
parole, quando si partiziona il proprio disco per Linux, MS-DOS o OS/2
vivranno nelle loro partizioni e Linux nella sua. Maggiori dettagli
su questi sistemi ``dual-boot'' pi� avanti.
NON serve eseguire MS-DOS, OS/2 o qualsiasi altro sistema operativo
per usare Linux. Linux � un sistema operativo a parte completamente
differente e non si affida ad altri SO per l'installazione e l'uso.
La configurazione minima per Linux non � molto diversa da quella
richiesta per la maggior parte dei sistemi MS-DOS o Windows 3.1
venduti di questi tempi (ma � notevolmente minore di quella minima per
Windows 95!). Se si ha un 386 o un 486 con almeno 4 mega di RAM,
allora si potr� felicemente usare Linux. Linux non richiede grosse
quantit� di spazio su disco, memoria o velocit� del processore. Matt
Welsh, il primo autore di questo HOWTO, utilizzava Linux su un 386 a
16 MHz (la macchina pi� lenta che si possa prendere) con 4 mega di RAM
ed era piuttosto contento. Pi� si vuole fare, pi� memoria sar�
necessaria (e pi� veloce dovr� essere il processore). Nella mia
esperienza un 486 con 16 megabyte di RAM con su Linux d� filo da
torcere a diversi modelli di workstation molto costose.
5. Requisiti temporali
Dall'inizio alla fine, l'installazione da CD-ROM di un Linux moderno
ci si pu� aspettare duri dai novanta minuti alle tre ore.
5.1. Scegliere una distribuzione di Linux
Prima di poter installare Linux, si deve scegliere una delle
``distribuzioni'' di Linux disponibili. Non esiste un'unica versione
standard del software Linux: esistono molte versioni. Ogni versione
ha la sua documentazione e istruzioni sull'installazione.
Le distribuzioni di Linux sono disponibili sia tramite FTP anonimo che
ordinandole via posta su dischetti, nastro e CD-ROM. Il Linux
Distribution HOWTO, <
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Distribution-
HOWTO.html>, include descrizioni di molte distribuzioni di Linux
disponibili sia via FTP che via posta.
Nel confuso e antico passato quando � stata scritta la prima versione
di questo HOWTO (1992-93), molti si procuravano Linux per vie tortuose
come lunghi download da Internet o da una BBS nelle loro macchine DOS;
seguiti da un'elaborata procedura nella quale trasferivano quanto
scaricato in diversi dischetti. Uno di questi dischi era poi usato
per avviare il sistema e installare tutti gli altri. Con un po' di
fortuna (e nessun dischetto rovinato) si finiva l'installazione
parecchie ore dopo con un sistema Linux funzionante. O anche no.
Sebbene questo percorso sia ancora possibile (e si pu� scaricare una
qualsiasi delle diverse distribuzioni da
<
http://metalab.unc.edu/pub/Linux/distributions/>), non c'� ora molta
ragione per farlo. Il modo pi� facile � di comprare una delle
distribuzioni ad alta qualit� di Linux distribuite su CD-ROM, come Red
Hat, Debian, Linux Pro o WGS. Tipicamente queste sono disponibili a
meno di 50 dollari nella pi� vicina libreria o rivenditore di
software, e vi eviteranno molte ore di scocciatura.
Si possono pure comperare CD-ROM antologici come il Linux Developer's
Resource set dell'Infomagic. Tipicamente includono diversi
distribuzioni di Linux e una copia recente dei maggiori siti su Linux,
come metalab o tsx-11.
Nel resto di questo HOWTO ci focalizzeremo sui passi necessari per
installare da un CD-ROM antologico oppure una delle distribuzioni
commerciali a basso costo che non includono un manuale installazione
su carta. Se il proprio Linux � accompagnato da un manuale cartaceo
alcune parti di questo HOWTO possono fornire un utile background, ma
si dovrebbe consultare il manuale per istruzioni di installazione pi�
dettagliate.
6. Panoramica dell'installazione
Prima di installare � prudente raccogliere le informazioni di
configurazione del proprio hardware. Si prenda nota della marca e del
modello di ciascuna scheda nella propria macchina; si collezionino i
numeri degli IRQ e dei canali DMA. Probabilmente queste informazioni
non serviranno -- ma se capita che servono, non averle � molto brutto.
Se si vuole configurare un sistema ``dual-boot'' (Linux e DOS oppure
Windows o entrambi), si riarrangi (ripartizioni) il proprio disco per
far posto a Linux. Se si � avveduti, allora come prima cosa si far�
il backup di tutto!
6.1. Primi passi nell'installazione: la via facile
Se si ha un CD-ROM EIDE/ATAPI (normale in questi giorni), si
verifichino le impostazioni del BIOS della propria macchina per vedere
se � in grado di fare il boot da CD-ROM. Molte macchine costruite
dopo la met� del 1997 possono farlo.
Se la propria � fra queste, si cambino le impostazioni in modo che sia
controllato per primo il CD-ROM. Solitamente ci� � nel sottomenu
'BIOS FEATURES' del menu di configurazione del BIOS.
Poi si inserisca il CD-ROM di installazione. Si riavvii.
L'installazione � iniziata.
Se si ha un CD-ROM SCSI spesso � possibile fare il boot da questo, ma
in questo caso tale possibilit� dipende di pi� dal tipo di scheda
madre e dal BIOS. Chiunque ne capisca abbastanza da spendere un po'
pi� di soldi per un lettore CD-ROM SCSI, probabilmente ne sa
abbastanza da capire se pu� farlo.
6.2. Primi passi nell'installazione: la via difficile
1. Creare i dischetti di installazione.
2. Avviare un mini-Linux di installazione dai dischetti in modo tale
da aver accesso al CD-ROM.
6.3. Continuare l'installazione
� Preparare i filesystem per Linux (se non si � ancora modificata la
tabella delle partizioni lo si far� a questo punto).
� Installare da CD-ROM una versione basilare di Linux.
� Avviare Linux dal disco fisso.
� (Opzionale) Installare dal CD-ROM gli altri pacchetti.
6.4. Parti basilari di un kit di installazione
Ecco qui le parti basilari di una distribuzione installabile:
� I file README e FAQ. Solitamente sono presenti nella directory
principale del proprio CD-ROM e sono leggibili una volta montato il
CD-ROM sotto Linux (a seconda di come � stato generato il CD-ROM,
potrebbero essere visibili anche sotto DOS/Windows). � una buona
idea leggere questi file non appena sono accessibili, per venire a
conoscenza di importanti aggiornamenti o modifiche.
� Diverse immagini di bootdisk (dischetti di avvio/boot) (spesso in
una sotto directory). Se il proprio CD-ROM non � avviabile, il
file da scrivere in un dischetto per creare il dischetto di avvio �
uno di questi. Si selezioner� una delle suddette immagini di
bootdisk, a seconda del tipo di hardware che si ha nel proprio
sistema.
La questione qui � che alcuni driver dell'hardware vanno in conflitto
tra loro in modi strani, e invece di provare a fare il debug dei
problemi hardware del proprio sistema � pi� semplice usare un'immagine
del disco di installazione con abilitati solo i driver di cui si ha
bisogno (ci� ha il bel effetto collaterale di rendere pi� piccolo il
proprio kernel).
� Un immagine del rescue disk (disco di ripristino). Questo � un
disco contenente un kernel basilare e gli strumenti per il
ripristino da disastri nel caso qualcosa rovini il kernel o il
blocco di avvio (boot block) del proprio disco fisso.
� RAWRITE.EXE. � un programma MS-DOS che scriver� il contenuto di un
file (come l'immagine di un disco di avvio) direttamente in un
dischetto, senza preoccuparsi del formato.
Se si intende creare i propri dischetti boot e root da un sistema MS-
DOS si ha bisogno solo di RAWRITE.EXE. Se invece si ha accesso a una
workstation UNIX dotata di floppy, si possono creare da l� i dischetti
usando il comando `dd', o anche uno script fornito dal produttore. Si
veda la pagina man di dd(1) e si chieda assistenza a un guru UNIX
locale. C'� un esempio di uso di dd pi� avanti in questo documento.
� Il CD-ROM stesso. Lo scopo del disco di boot � di rendere la
propria macchina in grado di caricare il disco di root o di
installazione, che a loro volta sono solo dei mezzi per preparare
il proprio disco fisso e copiarci dentro porzioni del CD-ROM. Se
il proprio CD-ROM � avviabile, si pu� fare il boot da questo e
saltare direttamente alla preparazione del disco fisso.
7. L'installazione in dettaglio
7.1. Prepararsi per l'installazione
Linux fa un uso pi� efficace dell'hardware del PC rispetto a quanto ne
fanno MS-DOS, Windows o NT, e per questo motivo � meno tollerante
verso hardware mal configurato. Ci sono alcune cose che si possono
fare prima di cominciare per ridurre le possibilit� di essere bloccati
da uno di questi problemi.
Per prima cosa, si raccolga qualsiasi manuale che si ha del proprio
hardware (scheda madre, scheda video, monitor, modem, ecc.) e li si
metta in un posto facile da raggiungere.
Secondo, si raccolgano informazioni dettagliate sulla propria
configurazione hardware. Un modo semplice per farlo, se si usa MS-DOS
5.0 o superiore, � di stampare un rapporto dalla utilit� di
diagnostica Microsoft mcd.exe (si possono lasciar perdere le parti
relative ai TSR, ai driver, alla mappa della memoria, alle stringhe
d'ambiente e alla versione del sistema operativo). Tra le altre cose,
ci� garantir� informazioni complete e corrette sulla propria scheda
video e sul tipo di mouse, che saranno utili nella successiva
configurazione di X.
Terzo, si controlli la propria macchina per vedere se ci sono problemi
di configurazione con l'hardware supportato che potrebbero causare un
blocco irrecuperabile durante l'installazione di Linux.
� Un sistema DOS/Windows che usa dischi fissi e CD-ROM IDE pu�
funzionare anche se i ponticelli (jumper) master/slave dei dischi
non sono correttamente impostati. In questo modo Linux non
funzioner�! Se si � nel dubbio si controllino tali ponticelli!
� Si ha qualche periferica hardware che non possiede n� ponticelli di
configurazione n� memoria di configurazione non volatile? Se �
cos�, queste per partire richiedono un'inizializzazione all'avvio
attraverso una utilit� MS-DOS e possono non essere facilmente
accessibili da Linux. Possono avere questo problema CD-ROM, schede
audio, schede Ethernet e dispositivi a nastro a basso costo.
Potrebbe essere possibile venirne a capo tramite un comando al
prompt di avvio; si veda il Linux Boot Prompt HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/BootPrompt-HOWTO.html> per i
dettagli.
� Alcuni altri sistemi operativi permettono la condivisione di un IRQ
tra un bus mouse e qualche altro dispositivo. Linux non supporta
questa cosa: infatti, se si prova si potrebbe bloccare la propria
macchina. Se si usa un bus mouse, si veda il Linux Bus Mouse
HOWTO, <
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Busmouse-HOWTO.html>, per i
dettagli.
Se possibile, ci si procuri il numero di telefono di un utente Linux
esperto che si possa chiamare in caso di emergenza. Nove volte su
dieci non ce ne sar� bisogno, ma d� sicurezza averlo.
Si tenga conto del tempo per l'installazione. Ci vorranno circa una,
due ore su un normale sistema per avere un sistema Linux completamente
funzionante. Anche pi� di tre ore per un sistema dual-boot (hanno una
maggiore incidenza di false partenze e blocchi).
7.2. Creare i dischetti di boot e root
(Questo passo � necessario solo se non si pu� fare il boot da un CD-
ROM).
Il proprio CD-ROM di Linux potrebbe contenere un programma d'aiuto che
vi guider� attraverso il processo di creazione dei dischetti di boot,
di root e rescue attraverso dei prompt interattivi. Potrebbe essere
un programma di installazione MS-DOS (come il programma redhat.exe
della Red Hat), uno script Unix o entrambi.
Se si ha uno di questi programmi e lo si pu� usare, si dovrebbe
leggere il seguito di questa sotto sezione solo a titolo informativo.
Si esegua il programma per fare la reale installazione: il suo autore
certamente conosceva meglio di me la distribuzione specifica.
Per informazioni pi� dettagliate sulla creazione dei dischetti di
boot, si veda il Linux Bootdisk HOWTO
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/Bootdisk-HOWTO.html>.
Il primo passo sar� di scegliere un'immagine del dischetto di boot che
vada bene con il proprio hardware. Se lo si deve fare a mano,
generalmente si trover� che o (a) le immagini dei dischi di boot nel
proprio CD-ROM sono chiamate in modo tale da aiutare a scegliere
quello corretto oppure (b) c'� un file indice l� in zona che descrive
ogni immagine.
Poi si devono creare i dischetti dall'immagine di boot scelta e
opzionalmente dalle immagini dei dischetti di ripristino. Qui � dove
entra il gioco il programma MS-DOS RAWRITE.EXE.
Si devono avere due o tre dischetti formattati per MS-DOS ad alta
densit� (devono essere dello stesso tipo; ovvero, se il proprio
lettore di dischetti � un lettore da 3.5", tutti i dischetti devono
essere dischetti da 3.5" ad alta densit�). Si user� RAWRITE.EXE per
scrivere le immagini dei dischetti di boot nei floppy.
Lo si lanci senza argomenti, in questo modo:
C:\> RAWRITE
Si risponda alle richieste per il nome del file da scrivere e del
floppy in cui scrivere (come ad esempio A:). RAWRITE copier� il file,
blocco a blocco, direttamente nel dischetto. Si usi RAWRITE anche per
l'immagine del disco di root (come ad esempio COLOR144). Quando lo si
� fatto, si hanno due dischetti: uno contenente il dischetto di boot,
l'altro quello di root. Si noti che questi due dischetti non saranno
pi� leggibili da MS-DOS (in un certo senso, sono dischetti
``formattati per Linux'').
In un sistema UNIX si pu� usare il comando dd(1) per fare la stessa
cosa (per farlo, serve una workstation UNIX dotata di floppy,
ovviamente). Per esempio, su una workstation Sun con il lettore di
dischetti nel device /dev/rfd0, si pu� usare il comando:
$ dd if=bare of=/dev/rfd0 obs=18k
Su alcune workstation si deve fornire l'argomento relativo alla
dimensioni dei blocchi d'uscita ('l'argomento `obs') appropriato,
altrimenti non funzioner�. Se si hanno problemi, la pagina man di
dd(1) pu� essere d'aiuto.
Ci si assicuri di usare dischetti nuovi e senza errori. I dischetti
non devono contenere blocchi rovinati (bad block).
Si noti che non serve far girare Linux o MS-DOS per poter installare
Linux. Comunque, l'uso di Linux o MS-DOS rende pi� facile la
creazione dei dischetti di boot e root dal proprio CD-ROM. Se non si
ha un sistema operativo nella propria macchina, si pu� usare Linux o
MS-DOS di qualcun'altro solo per le operazioni di creazione i
dischetti, e poi usarli per l'installazione sulla propria macchina.
7.3. Ripartizionare i propri dischi DOS/Windows
In molti sistemi, il disco fisso ha gi� partizioni dedicate a MS-DOS,
OS/2, ecc. Si deve cambiare la dimensione di queste partizioni per
poter far spazio a Linux. Se si intende creare un sistema dual-boot,
� fortemente raccomandata la lettura di uno o pi� dei seguenti mini-
HOWTO, che descrivono diverse configurazioni dual-boot.
� DOS-Win95-OS2-Linux mini-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/mini/Linux+DOS+Win95+OS2.html>.
� Linux+Win95 mini-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/mini/Linux+Win95.html>
� Linux+NT-Loader mini-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/mini/Linux+NT-Loader.html>
Anche se non direttamente applicabili al proprio sistema, aiuteranno a
capire le problematiche coinvolte.
NOTA: Alcuni Linux si installeranno in una directory sulla partizione
MS-DOS (questa cosa � diversa dall'installazione da una partizione MS-
DOS). In questo caso si usa il ``filesystem UMSDOS'', che permette di
trattare una directory della partizione MS-DOS come un filesystem
Linux. In questo modo, non si deve ripartizionare il proprio disco.
Suggerisco di usare questo metodo solo se il proprio disco ha gi�
quattro partizioni (il numero massimo supportato dal DOS) e
ripartizionarlo sarebbe troppo problematico (per� il proprio sistema
Linux sar� pi� lento a causa del lavoro addizionale necessario per la
traduzione dei nomi dei file). Oppure, se si vuole provare Linux
prima di ripartizionare, questo � un buon modo per farlo. Ma nella
maggior parte dei casi di dovrebbe ripartizionare, come descritto qui.
Se si intende usare UMSDOS, occorre arrangiarsi, non verr� qui
documentato in dettaglio. D'ora in poi, si assume di NON usare UMSDOS
e che quindi si effettuer� la ripartizione.
Una partizione � semplicemente una sezione del disco fisso messa da
parte per l'uso con un particolare sistema operativo. Se si ha
solamente MS-DOS, il proprio disco fisso probabilmente ha solamente
una partizione, dedicata interamente a MS-DOS. Per usare Linux,
comunque, sar� necessario ripartizionare il disco, in modo da avere
una partizione per MS-DOS e una (o pi�) per Linux.
Le partizioni si dividono in tre tipi: primaria, estesa e logica.
Brevemente, le partizioni primarie sono le quattro partizioni
principali del disco. Comunque, se si vogliono avere pi� di quattro
partizioni per disco, si deve rimpiazzare l'ultima partizione primaria
con una partizione estesa, che pu� contenere molte partizioni logiche.
Non si immagazzinano i dati direttamente in una partizione estesa: �
usata solo come contenitore per le partizioni logiche. I dati sono
immagazzinati solamente in partizioni primarie oppure in partizioni
logiche.
Per metterla in un altro modo, molti usano solo partizioni primarie.
Comunque, se servono pi� di quattro partizioni su un disco, si crea
una partizione estesa. Le partizioni logiche sono poi create sopra la
partizione estesa, ed ecco fatto: pi� di quattro partizioni per disco.
Si noti che si pu� facilmente installare Linux sul secondo disco nel
proprio sistema (noto come D: a MS-DOS). Semplicemente si specifichi
il nome di device appropriato quando si creano le partizioni Linux.
Ci� � descritto in dettaglio nel seguito.
Torniamo al ripartizionamento del disco. Un tempo non c'era alcun
modo di ridimensionare le partizioni senza distruggere i dati
presenti. Di questi tempi sono disponibili delle utilit� di
partizionamento che possono ridimensionare in maniera non distruttiva;
conoscono la struttura dei filesystem, possono trovare lo spazio
libero nel filesystem e possono spostare i dati dei file in giro per
la partizione per spostare lo spazio libero dove necessario per poter
effettuare correttamente il ridimensionamento. � ancora suggerito di
fare un backup completo prima di usare uno di questi strumenti, in
caso di errore del programma o umano.
Sotto Linux GNU parted <
http://www.gnu.org/software/parted> permette
di creare, distruggere, ridimensionare e copiare partizioni. Supporta
i filesystem ext2, FAT16 e FAT32 e i dispositivi di swap di Linux;
supporta anche le etichette per i dischi MS-DOS. Parted � utile per
fare spazio per nuovi sistemi operativi, riorganizzare l'uso del
disco, copiare dati tra dischi fissi e creare immagini di dischi. �
un programma relativamente nuovo, ma si dice funzioni bene e non
rovini i dati.
Sotto MS-DOS esiste un ripartizionatore non distruttivo di dischi
chiamato FIPS. Si veda a
<
http://metalab.unc.edu/pub/Linux/system/install>. Con FIPS, un
ottimizzatore di disco (come il Norton Speed Disk) e un po' di
fortuna, si dovrebbe essere in grado di ridimensionare partizioni MS-
DOS senza distruggere i dati presenti.
Il metodo pi� vecchio per ridimensionare una partizione, se non si ha
uno di questi strumenti di ridimensionamento delle partizioni, � di
cancellare la partizione (o le partizioni) e di ricrearle di
dimensione minore. Se si usa questo metodo, si deve assolutamente
fare una copia di backup per poter salvare i propri dati.
Il modo classico per modificare le partizioni � con il programam
FDISK. Per esempio, facciamo il caso di avere un disco fisso da 80
mega, dedicato a MS-DOS. Vorremo dividerlo in due: 40 mega per MS-DOS
e 40 mega per Linux. Per farlo, si lanci FDISK sotto MS-DOS, si
cancelli la partizione da 80 mega e si ricrei una partizione MS-DOS da
40 mega al suo posto. Si pu� poi riformattare la nuova partizione e
reinstallare il proprio software MS-DOS dai backup. 40 megabyte del
disco sono lasciati vuoti. Pi� tardi, si creino le partizioni Linux
nella porzione non utilizzata del disco.
In breve, si dovranno fare le seguenti cose per ridimensionare
partizioni MS-DOS con FDISK:
1. Fare un backup completo del sistema.
2. Creare un dischetto MS-DOS avviabile, usando un comando tipo
FORMAT /S A:
3. Copiare i file FDISK.EXE e FORMAT.COM in questo dischetto, oltre
alle altre utilit� di cui si ha bisogno (per esempio, le utilit�
per ripristinare i dati dal backup).
4. Riavviare usando il dischetto MS-DOS.
5. Lanciare FDISK, possibilmente specificando il disco da modificare
(come C: o D:).
6. Usare le opzioni del menu di FDISK per cancellare le partizioni che
si intende ridimensionare. Ci� distrugger� tutti i dati sulle
partizioni in questione.
7. Usare le opzioni del menu di FDISK per ricreare queste partizioni,
di dimensioni minori.
8. Uscire da FDISK e riformattare le nuove partizioni con il comando
FORMAT.
9. Ripristinare i file originali dal backup.
Si noti che FDISK di MS-DOS offrir� l'opzione di creare un ``disco
logico DOS''. Un disco logico DOS � semplicemente una partizione
logica nel disco fisso. Si pu� installare Linux in una partizione
logica, ma non si deve creare quella partizione logica con l'FDISK di
MS-DOS. Quindi, se attualmente si usa un disco logico DOS e si vuole
installare Linux al suo posto, si dovrebbe cancellare il disco logico
con l'FDSIK di MS-DOS, e (pi� tardi) creare una partizione logica per
Linux al suo posto.
Il meccanismo usato per ripartizionare per OS/2 e altri sistemi
operativi � simile. Si veda la documentazione di questi sistemi
operativi per i dettagli.
7.4. Creare partizioni per Linux
Dopo aver ripartizionato il proprio disco, � necessario creare
partizioni per Linux. Prima di descrivere come farlo, si parler�
delle partizioni e dei filesystem sotto Linux.
7.4.1. Fondamenti sulle partizioni
Linux richiede almeno una partizione, per il filesystem di root, che
conterr� il kernel di Linux.
Si pu� pensare a un filesystem come a una partizione formattata per
Linux. I filesystem sono usati per contenere i file. Ogni sistema
deve avere almeno un filesystem di root. Comunque, molti utenti
preferiscono usare diversi filesystem: uno per ogni parte principale
dell'albero delle directory. Per esempio, si pu� voler creare un
filesystem separato per contenere tutti i file sotto la directory /usr
(si noti che nei sistemi UNIX, per delimitare le directory viene usata
la barra diritta (`/') e non la barra inversa (`\')). In questo caso
si ha sia un filesystem di root che un filesystem per /usr.
Ogni filesystem richiede una sua partizione. Quindi se si usa sia un
filesystem di root che uno per /usr, sar� necessario creare due
partizioni Linux.
Inoltre, molti utenti creano una partizione di swap, usata come RAM
virtuale. Se si hanno, diciamo, 4 mega di memoria nella propria
macchina e una partizione di swap da 10 megabyte, per quanto riguarda
Linux si hanno 14 megabyte di memoria virtuale.
Quando usa lo spazio di swap, Linux sposta la pagine di memoria
inutilizzate nel disco, permettendo cos� di eseguire
contemporaneamente pi� applicazioni nel sistema. Comunque, poich�
tale operazione spesso � lenta, non � un rimpiazzo per della vera
memoria RAM. Ma le applicazioni che richiedono grosse quantit� di
memoria (come il sistema X Window) spesso fanno affidamento sulla swap
se non si ha abbastanza RAM fisica.
Praticamente tutti gli utenti di Linux impiegano una partizione di
swap. Se si hanno 4 mega di RAM o meno, � richiesta una partizione di
swap per installare il software. Una partizione di swap � fortemente
raccomandata comunque, a meno di non avere una grande quantit� di RAM
fisica.
La dimensione della partizione di swap dipende da quanta memoria
virtuale serve. Spesso viene suggerito di avere in totale almeno 16
megabyte di memoria virtuale. Quindi, se gi� si hanno 8 mega di RAM
fisica, si vorr� creare una partizione di swap da 8 mega. Si noti che
le partizioni di swap non possono essere pi� grandi di 128 megabyte.
Quindi, se sono necessari pi� di 128 mega di swap, si devono creare
pi� partizioni di swap. Si possono avere in tutto 16 partizioni di
swap.
Si possono trovare maggiori informazioni sulla teoria della
disposizione dello spazio di swap e del partizionamento del disco nel
Linux Partition mini-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/mini/Partition.html>.
Nota: in un sistema dual-boot � possibile, attraverso un piccolo
trucco, condividere le partizioni di swap tra Linux e Windows 95. Per
i dettagli si veda il Linux Swap Space Mini-HOWTO,
<
ftp://metalab.unc.edu/pub/Linux/docs/HOWTO/unmaintained/mini/Swap-
Space>.
Tranello #1: se si ha un disco EIDE con una partizione che supera i
504MB, il BIOS potrebbe non permettere di fare il boot del Linux l�
installato. Quindi si mantenga la propria partizione di root sotto i
504MB. Questo non dovrebbe essere un problema per i controller dei
dischi SCSI, che normalmente hanno il proprio BIOS firmware. Per i
dettagli tecnici, si veda il Large Disk Mini-HOWTO,
<
http://www.linuxdoc.org/HOWTO/mini/Large-Disk.html>.
Tranello #2: Si stanno mischiando dischi IDE e SCSI? Allora
attenzione. Il BIOS potrebbe non permettere il boot direttamente da
un disco SCSI.
7.4.2. Dimensione delle partizioni
Oltre alle partizioni di root e swap, si vorranno impostare una o pi�
partizioni per contenere il proprio software e home directory.
Mentre, in teoria, si potrebbe far funzionare tutto in una unica
grossa partizione di root, praticamente nessuno lo fa. L'avere pi�
partizioni ha diversi vantaggi:
� Spesso abbassa il tempo richiesto per il controllo dei filesystem
al boot.
� I file non possono crescere oltre i limiti delle partizioni.
Quindi si possono usare i limiti delle partizioni come gabbia
contro i programmi (come le news Usenet) che vogliono mangiarsi
grosse fette di disco, per impedire che si approprino dello spazio
necessario per il kernel e il resto delle applicazioni.
� Se mai si combiner� qualcosa di brutto nel disco, formattare e
ripristinare un'unica partizione � meno doloroso che dover rifare
tutto da capo.
Nei grossi dischi ora disponibili, una buona configurazione di base �
di avere un piccola partizione di root (meno di 80 mega), una
partizione /usr di medie dimensioni (fino a 300 mega) per contenere il
software di sistema e una partizione /home che occupa il resto dello
spazio disponibile per le home directory.
Si possono fare anche cose pi� elaborate. Se si sa che si faranno
girare le news Usenet, per esempio, si pu� voler riservare una
partizione solo per le news per poter cos� controllare la massima
utilizzazione del disco. O creare una partizione /var per posta, news
e file temporanei. Ma nel regime odierno di dischi poco costosi e
molto grandi queste complicazioni appaiono sempre meno necessarie per
la prima installazione di Linux. Specie la prima volta, si cerchi di
mantenere le cose semplici.
7.5. Avviare il dischetto di installazione
Il primo passo � di fare il boot dal dischetto di avvio che si �
generato. Normalmente si sar� in grado di fare il boot senza toccare
niente; il prompt di boot del kernel si riempir� da solo dopo 10
secondi. Cos� � come solitamente si far� il boot da un disco IDE.
Quel che realmente succede � questo: il dischetto di boot fornisce un
sistema operativo in miniatura che (poich� il disco fisso non � ancora
stato preparato) usa una porzione della RAM disponibile come disco
virtuale (chiamato, abbastanza logicamente, un `ramdisk').
Il dischetto di boot carica nel ramdisk un piccolo insieme di file e
strumenti di installazione che pi� tardi si user� per preparare il
disco fisso e installarci un Linux utilizzabile dal CD-ROM.
(In passato questo era un processo a due stadi, nel quale veniva
utilizzato anche un secondo disco, detto `dischetto di root' (root
disk); ci� � cambiato quando sono stati introdotti i moduli del
kernel).
Specificando un argomento dopo il nome del kernel, si possono
specificare, prima di avviare il kernel di Linux, diversi parametri
hardware, come l'IRQ e l'indirizzo del proprio controller SCSI o la
geometria del disco. Ci� pu� essere necessario, per esempio, se Linux
non rileva il controller SCSI o la geometria del disco.
In particolare, molti controller SCSI senza BIOS richiedono che si
specifichi un indirizzo di porta e un IRQ all'avvio. Analogamente, le
macchine IBM PS/1, ThinkPad e ValuePoint non salvano la geometria del
disco nel CMOS e quindi deve essere specificata all'avvio (pi� tardi,
si sar� in grado di configurare il sistema in modo che fornisca da
solo questi parametri).
Si presti attenzione ai messaggi durante l'avvio del sistema.
Elencheranno e descriveranno l'hardware che rileva la propria
installazione di Linux. In particolare, se si ha un controller SCSI,
si dovrebbe vedere un elenco degli host SCSI rilevati. Se si vede il
messaggio:
SCSI: 0 hosts
allora non � stato rilevato alcun controller SCSI e a questo punto non
c'� modo di dire al kernel dove sta.
Inoltre, il sistema mostrer� informazioni sulle partizioni del disco e
sui dispositivi rilevati. Se manca qualcuna di queste informazioni
oppure non � corretta si deve forzare il rilevamento dell'hardware.
D'altra parte, se tutto va bene e sembra che il proprio hardware sia
stato rilevato, si pu� passare direttamente alla sezione seguente,
``Usare il dischetto di root''.
Per forzare il rilevamento dell'hardware, si devono inserire i
parametri appositi al prompt di boot, usando la seguente sintassi:
linux <parametri...>
Sono disponibili diversi parametri di questo tipo; nel seguito un
elenco di alcuni dei pi� comuni. I dischetti di boot moderni di Linux
spesso offrono la possibilit� di vedere, prima di fare il boot, una
schermata d'aiuto che descrive alcuni parametri del kernel.
� hd=cilindri,testine,settori Specifica la geometria del disco.
Richiesto per sistemi come IBM PS/1, ValuePoint e ThinkPad. Per
esempio, se il proprio disco ha 683 cilindri, 16 testine e 32
settori per traccia, si inserisca
linux hd=683,16,32
� tmc8xx=memaddr,irq Specifica l'indirizzo e l'IRQ per il controller
SCSI senza BIOS Future Domain TMC-8xx. Per esempio,
linux tmc8xx=0xca000,5
Si noti che deve essere usato il prefisso 0x per tutti i valori speci�
ficati in esadecimale. Ci� � vero anche per tutte le opzioni
seguenti.
� st0x=memaddr,irq Specifica l'indirizzo e l'IRQ per il controller
SCSI senza BIOS Seagate ST02.
� t128=memaddr,irq Specifica l'indirizzo e l'IRQ per il controller
SCSI senza BIOS Trantor T128B.
� ncr5380=port,irq,dma Specifica la porta, l'IRQ e il canale DMA per
il generico controller SCSI NCR5380.
� aha152x=port,irq,scsi_id,1 Specifica la porta, l'IRQ e l'ID SCSI
per i controller senza BIOS AIC-6260. Questi includono i
controller Adaptec 1510, 152x e la Soundblaster-SCSI.
Se si hanno domande su queste opzioni d'avvio, invito a leggere il
Linux SCSI HOWTO, che dovrebbe essere disponibile su qualsiasi
archivio FTP di Linux (o da dove si � ottenuto questo documento). Lo
SCSI HOWTO illustra la compatibilit� SCSI di Linux in maggior
dettaglio.
7.5.1. Scegliere fra l'installazione EGA o X
I vecchi Linux (tra cui Slackware) a questo punto presentavano il
prompt di una shell e chiedevano di inserire, in un ordine
prestabilito, i comandi di installazione. Ci� � ancora possibile, ma
quelli pi� nuovi partono lanciando un programma di installazione
``orientato allo schermo'' che prova a guidare interattivamente
attraverso i vari passi, offrendo pure un sacco di aiuto in linea.
Probabilmente verr� offerta l'opzione di provare a configurare X
adesso cosicch� il programma di installazione possa andare in grafica.
Se si sceglie questa strada, il programma di installazione far�
domande sul tipo di mouse e monitor posseduti prima di procedere
nell'installazione. Una volta installato Linux, queste impostazioni
saranno salvate. Pi� avanti si sar� in grado di regolare le
prestazioni del proprio monitor, mentre a questo punto conviene
impostare una semplice modalit� SVGA 640x480.
X non � necessario per l'installazione, ma (ammesso si sia superata la
configurazione del mouse e del monitor) molti trovano l'interfaccia
grafica pi� semplice da usare. E poich� prima o poi sicuramente si
dovr� configurare X, provare adesso non � una cattiva idea.
Si seguano semplicemente le istruzioni nel programma. Vi porter�
attraverso i passi necessari per preparare il disco, creare account
iniziali per gli utenti e installare i pacchetti software dal CD-ROM.
Nelle sottosezioni che seguono si descriveranno alcune delle aree pi�
macchinose della sequenza di installazione come se le si facesse a
mano. Ci� dovrebbe aiutare a capire cosa sta facendo il programma di
installazione e perch� lo fa.
7.5.2. Usare fdisk e cfdisk
Il primo passo dell'installazione una volta avviato il dischetto di
root di Linux sar� creare o modificare le tavole delle partizioni nei
propri dischi. Anche se prima si � usato FDISK per impostare le
partizioni, ora si dovr� rimettere mano alla tabella delle partizioni
e inserire alcune informazioni specifiche per Linux.
Per creare o modificare partizioni Linux, useremo la versione Linux
del programma fdisk, o il suo fratello orientato allo schermo cfdisk.
Generalmente il programma di installazione cercher� una tabella di
partizioni preesistente e offrir� di eseguire su di essa fdisk o
cfdisk. Dei due, cfdisk � sicuramente pi� facile da usare, ma la
versioni correnti sono pure meno tolleranti nel caso di tabelle delle
partizioni non esistenti o alterate.
Quindi pu� capitare (specialmente se si sta installando su
dell'hardware vergine) che sia necessario avviare fdisk per portarsi
ad uno stato che cfdisk pu� gestire. Si provi a lanciare cfdisk; se
si lagna, si lanci fdisk (un buon modo per procedere se si sta
costruendo un sistema con solo Linux e cfdisk si lagna, � di usare
fdisk per cancellare tutte le partizioni esistenti e poi lanciare
cfdisk per modificare la tavola vuota).
Alcune note che si applicano sia a fdisk che a cfdisk. Entrambi
accettato un argomento che � il nome del disco nel quale si vuole
creare una partizione Linux. I nomi di device dei dischi fissi sono:
� /dev/hda Primo disco IDE
� /dev/hdb Secondo disco IDE
� /dev/sda Primo disco SCSI
� /dev/sdb Secondo disco SCSI
Per esempio, per creare partizioni Linux su primo disco SCSI nel
proprio sistema, si user� (oppure il proprio programma di
installazione potrebbe generarlo da una scelta in un menu) il comando:
cfdisk /dev/sda
Se si usa fdisk o cfdisk senza un argomento, assumeranno /dev/hda.
Per creare partizioni Linux sul secondo disco del proprio sistema,
semplicemente si specifichi /dev/hdb (per dischi IDE) oppure /dev/sdb
(per dischi SCSI) quando si esegue fdisk.
Le partizioni Linux non devono trovarsi necessariamente tutte nello
stesso disco. � possibile creare, per esempio, una partizione per il
filesystem di root su /dev/hda e una di swap su /dev/hdb. Per poterlo
fare semplicemente si esegua fdisk o cfdisk su ciascun disco.
Sotto Linux alle partizioni � dato un nome a seconda del disco al
quale appartengono. Per esempio, la prima partizione sul disco
/dev/hda � /dev/hda1, la seconda � /dev/hda2 e cos� via. Se si ha una
qualsiasi partizione logica, questa � numerata a partire da /dev/hda5,
/dev/hda6 e cos� via.
NOTA: Con fdisk o cfdisk di Linux non si dovrebbero creare o
cancellare partizioni per sistemi operativi diversi da Linux. Ovvero,
non si creino o si cancellino partizioni MS-DOS con questa versione di
fdisk; si usi invece la versione MS-DOS di FDISK. Se si prova a
creare partizioni MS-DOS con l'fdisk di Linux, � possibile che MS-DOS
non riconosca la partizioni e non si avvii correttamente.
Ecco qui un esempio d'uso di fdisk. Qui, c'� una sola partizione MS-
DOS che usa 61693 blocchi sul disco e il resto del disco � libero per
Linux (sotto Linux un blocco � 1024 byte, quindi 61693 blocchi sono
circa 61 megabyte). Si creeranno solo due partizioni in questo
esempio, una di swap e l'altra di root. Probabilmente si dovrebbe
estendere il tutto a quattro partizioni Linux, in linea con le
raccomandazioni di prima: una per la swap, una per il filesystem di
root, una per il software di sistema e un'area per le home directory.
Per prima cosa, si usi il comando ``p'' per vedere la tabella delle
partizioni corrente. Come si pu� vedere, /dev/hda1 (la prima
partizione su /dev/hda) � una partizione DOS di 61693 blocchi.
Command (m for help): p
Disk /dev/hda: 16 heads, 38 sectors, 683 cylinders
Units = cylinders of 608 * 512 bytes
Device Boot Begin Start End Blocks Id System
/dev/hda1 * 1 1 203 61693 6 DOS 16-bit >=32M
Command (m for help):
Poi, si usi il comando ``n'' per creare una nuova partizione. La
partizione Linux sar� di 80 mega.
Command (m for help): n
Command action
e extended
p primary partition (1-4)
p
Qui � stato chiesto se si voleva creare una partizione estesa o
primaria. Nella maggior parte dei casi si vorranno usare partizioni
primarie, a meno che non si abbia bisogno di pi� di quattro partizioni
su un disco. Si veda la precedente sezione ``Ripartizionamento'' per
maggiori informazioni.
Partition number (1-4): 2
First cylinder (204-683): 204
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (204-683): +80M
Il primo cilindro dovr� essere il primo cilindro libero DOPO la fine
dell'ultima partizione. In questo caso, /dev/hda1 termina sul
cilindro 203, quindi la nuova partizione deve iniziare al cilindro
204.
Come si vede, si � usata la notazione ``+80M'', che specifica una
partizione da 80 mega. Analogamente la notazione ``+80K'' specifica
una partizione da 80 kylobyte e ``+80'' specifica una partizione di
soli 80 byte.
Warning: Linux cannot currently use 33090 sectors of this partition
Se si vede questo avviso, lo si pu� ignorare. � il rimasuglio di una
vecchia restrizione che imponeva che i filesystem di Linux non
potevano superare la dimensione di 64 mega. Comunque, con i tipi di
filesystem pi� recenti, non � pi� il caso di preoccuparsi... le
partizioni possono ora essere grandi sino a 4 terabyte.
Si crei poi la partizione di swap da 10 mega, /dev/hda3.
Command (m for help): n
Command action
e extended
p primary partition (1-4)
p
Partition number (1-4): 3
First cylinder (474-683): 474
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (474-683): +10M
Ancora, si veda il contenuto delle tabella delle partizioni. Ci si
assicuri di trascrivere da qualche parte le informazioni, specialmente
la dimensione di ogni partizione in blocchi. Queste informazioni
serviranno pi� tardi.
Command (m for help): p
Disk /dev/hda: 16 heads, 38 sectors, 683 cylinders
Units = cylinders of 608 * 512 bytes
Device Boot Begin Start End Blocks Id System
/dev/hda1 * 1 1 203 61693 6 DOS 16-bit >=32M
/dev/hda2 204 204 473 82080 83 Linux native
/dev/hda3 474 474 507 10336 83 Linux native
Si noti che la partizione di swap di Linux (la /dev/hda3) � di tipo
``Linux native''. � necessario cambiare il tipo della partizione di
swap a ``Linux swap'' cosicch� il programma di installazione la
riconosca come tale. Per farlo, si usi il comando ``t'' di fdisk:
Command (m for help): t
Partition number (1-4): 3
Hex code (type L to list codes): 82
Se si usa ``L'' per elencare i codici dei tipi, si vedr� che 82 � il
tipo corrispondente a Linux swap.
Per uscire da fdisk e salvare le modifiche nella tabella delle
partizioni, si usi il comando ``w''. Per uscire da fdisk SENZA
salvare le modifiche, si usi il comando ``q''.
Dopo essere usciti da fdisk, il sistema potrebbe chiedere di riavviare
per assicurarsi che le modifiche abbiano effetto. In genere non c'�
ragione per riavviare dopo aver usato fdisk: le versioni moderne di
fdisk e cfdisk sono abbastanza sveglie da aggiornare le partizioni
senza che sia necessario riavviare.
7.5.3. Passi dopo il ripartizionamento
Dopo aver modificato le tabelle delle partizioni, il proprio programma
di installazione dovrebbe darci un'occhiata e offrirsi di abilitare la
partizione di swap. Si risponda di s� (viene chiesto, invece di farlo
automaticamente, nel caso si abbia un sistema dual-boot e una delle
proprie partizioni non Linux assomigli accidentalmente a una zona di
swap).
Successivamente il programma chieder� di associare nomi di filesystem
(come /, /usr, /var, /tmp, /home, /home2, ecc.) con ognuna delle
partizioni non di swap che si intende usare.
C'� solo una regola veloce e rigida in tutto questo. Ci deve essere
un filesystem di root, chiamato /, e dev'essere avviabile. Le altre
partizioni di Linux le si pu� chiamare come si vuole. Ma ci sono
alcune convenzioni sui nomi che probabilmente vi semplificheranno la
vita pi� tardi.
In precedenza si � raccomandata un'impostazione basilare con tre
partizioni: una piccola root, una partizione di medie dimensioni per
il software di sistema e una grossa partizione per le home.
Tradizionalmente, queste sarebbero chiamate /, /usr e /home. Il
controintuitivo nome `/usr' ha le sue ragioni storiche dai giorni in
cui i sistemi Unix (molto pi� piccoli) mettevano il software di
sistema e le home directory degli utenti in un unica partizione. Il
funzionamento di buona parte del software dipende da questi nomi.
Se si ha pi� di un area per le home directory, � convenzione chiamarle
/home, /home2, /home3, ecc. Questo pu� accadere se si ha pi� di un
disco fisico. Nel mio sistema personale, per esempio, la struttura
del filesystem appare cos�:
Filesystem 1024-blocks Used Available Capacity Mounted on
/dev/sda1 30719 22337 6796 77% /
/dev/sda3 595663 327608 237284 58% /usr
/dev/sda4 1371370 1174 1299336 0% /home
/dev/sdb1 1000949 643108 306130 68% /home2
Il secondo disco (sdb1) non � realmente dedicato completamente a
/home2; non sono mostrate le partizioni di swap di sda e sdb. Ma si
pu� vedere che /home � la pi� grande area libera su sda e /home2 �
l'area utente di sdb.
Se si vuole creare una partizione per l'area di scratch, spool, per i
file temporanei, le mail e le news, la si chiami /var. Altrimenti, si
pu� creare /usr/var e creare un link simbolico chiamato /var che ci
punti (il programma di installazione potrebbe offrirsi di farlo).
7.6. Installare i pacchetti software
Una volta create le partizioni, il resto dell'installazione dovrebbe
essere praticamente automatico. Il proprio programma di installazione
(che sia in EGA o X) guider� attraverso una serie di menu che
permettono di specificare il CD-ROM dal quale installare, la
partizione da usare e cos� via.
Qui non si entrer� nello specifico di questo stadio di installazione.
� una delle parti che varia di pi� tra le diverse distribuzioni di
Linux (tradizionalmente i rivenditori competono per aggiungere valore
a questa fase), ma � anche la parte pi� semplice. E i programmi di
installazione sono molto ben documentati e con utili schermate di
aiuto.
7.7. Dopo l'installazione dei pacchetti
Dopo che l'installazione � completa, e se tutto � andato bene, il
programma di installazione vi porter� attraverso alcune scelte per
configurare il sistema in vista del suo primo avvio da disco fisso.
7.7.1. LILO, il LInux LOader
LILO (che significa ``LInux LOader'') � un programma che consente di
avviare Linux (e gli altri sistemi operativi, come MS-DOS) dal vostro
disco rigido.
Pu� darsi che il programma di installazione chieda di installare LILO
sul disco rigido. A meno che non si usi OS/2, si risponda di s�. OS/2
ha delle esigenze particolari, vedi ``Configurazione personalizzata di
LILO''.
Installare LILO come loader primario rende inutile l'uso di un
dischetto di avvio: ad ogni avvio � possibile dire a LILO quale
sistema operativo lanciare.
7.7.2. Come creare un dischetto di avvio (facoltativo)
Si pu� anche avere la possibilit� di creare un ``dischetto di avvio
standard'' da usare per avviare il sistema Linux appena installato
(questo � un metodo vecchio e non molto comodo, che assume che
normalmente si avvii il DOS, e si usi il dischetto di avvio per
entrare in Linux).
Per questo sar� chiesto un dischetto ad alta densit� vuoto e
formattato per MS-DOS dello stesso tipo che si usa per fare il boot
del sistema. Semplicemente si inserisca il dischetto quando chiesto e
sar� creato un dischetto di avvio (non � lo stesso usato per
l'installazione e i due non possono essere sostituiti l'uno
all'altro!).
7.7.3. Miscellanea sulla configurazione del sistema
La procedura di post-installazione pu� anche portare attraverso
diversi menu che permettono di configurare il proprio sistema. Questi
permettono di specificare il device del proprio modem e del mouse, il
fuso orario, ecc. Si seguano le opzioni dei menu.
Pu� essere chiesto anche di creare account utente o di specificare una
password per l'account di root (l'amministratore). Non sono cose
complicate e si possono semplicemente seguire le istruzioni a video.
8. Avviare il nuovo sistema
Se tutto � andato come previsto, si dovrebbe ora essere in grado di
avviare Linux dal disco fisso usando LILO. Alternativamente, si
dovrebbe essere in grado di avviare tramite il dischetto di boot (non
il dischetto di boot originale, ma il dischetto creato dopo aver
installato il software). Dopo l'avvio, si effettui il login come
root. Congratulazioni! Si � preso possesso del proprio sistema
Linux.
Se si avvia usando LILO, si provi a tener premuto il tasto shift o il
tasto control durante il boot. Ci� permetter� di accedere al prompt
di boot; si prema il tasto tab per vedere una lista di opzioni. In
questo modo � possibile avviare Linux, MS-DOS e quant'altro
direttamente da LILO.
9. Dopo il primo avvio
Si dovrebbe vedere la richiesta di login del nuovo Linux, appena
avviato dal proprio disco fisso. Congratulazioni!
9.1. Primi passi nell'amministrazione di sistema
A seconda di come sono andate le varie fasi dell'installazione, a
questo punto pu� essere necessario creare account, cambiare il nome
dell'host o (ri)configurare X. Ci sono molte altre cose che si
possono impostare e configurare, tra i cui dispositivi di backup, le
connessioni SLIP/PPP a un fornitore di servizi Internet, ecc.
Un buon libro sull'amministrazione di sistema UNIX sar� d'aiuto
(suggerisco Essential Systems Administration della O'Reilly and
Associates). Col passare del tempo imparerete tutto. Per
informazioni sugli altri aspetti della configurazione � bene leggere
altri Linux HOWTO, come il NET-3-HOWTO e il Printing-HOWTO.
9.2. Configurazione personalizzata di LILO
LILO � un boot loader che pu� essere usato per scegliere tra Linux,
MS-DOS e alcuni altri sistemi operativi all'avvio della macchina. �
possibile che la propria distribuzione configuri automaticamente LILO
durante la fase di installazione (a meno che non si usi OS/2, questo �
quello che si dovrebbe aver fatto). Se � cos�, si pu� saltare il
resto di questo sezione.
Se si � installato LILO come boot loader primario, gestir� il primo
stadio del processo di avvio per tutti i sistemi operativi presenti
sul disco fisso. Ci� funziona bene se MS-DOS � il solo altro sistema
operativo installato nel sistema. Comunque, si pu� voler usare anche
OS/2 che dispone di un suo Boot Manager. In questo caso, si deve
usare il Boot Manager di OS/2 come boot loader primario e usare LILO
solamente per avviare Linux (come boot loader secondario).
Un importante problema per quanti usano sistemi EIDE: a causa di una
limitazione del BIOS, il settore di boot di qualsiasi sistema
operativo presente deve stare in uno dei primi due dischi fisici.
Altrimenti LILO si bloccher� dopo aver scritto "LI", e non c'� modo di
smuoverlo da l�.
Se si deve configurare manualmente LILO, occorre modificare il file
/etc/lilo.conf. Qui sotto viene presentato un esempio di un file di
configurazione di LILO, dove la partizione di root di Linux � su
/dev/hda2 e MS-DOS � installato su /dev/hdb1 (sul secondo disco
fisso).
# Dice a LILO di installarsi come boot loader primario su /dev/hda.
boot = /dev/hda
# L'immagine di boot da installare; probabilmente non serve cambiarla.
install = /boot/boot.b
# Sezione per avviare Linux.
image = /vmlinuz # Il kernel � in /vmlinuz
label = linux # Diamogli il nome "linux"
root = /dev/hda2 # Usa /dev/hda2 come filesystem di root
vga = ask # Chiedi la modalit� VGA
append = "aha152x=0x340,11,7,1" # Aggiungiamo queste cose alle
# opzioni di avvio per rilevare il controller SCSI
# Sezione per avviare MS-DOS
other = /dev/hdb1 # Questa � la partizione MS-DOS
label = msdos # Diamogli in nome "msdos"
table = /dev/hdb # Tabella delle partizioni per il secondo disco
Una volta modificato il file /etc/lilo.conf, come root si esegua
/sbin/lilo. Cos� si installer� LILO sul proprio disco. Si noti che
si deve rilanciare /sbin/lilo ogni volta che si compila il proprio
kernel in modo da far s� che il boot loader punti a quello giusto
(qualcosa di cui adesso non ci si deve preoccupare pi� di tanto, ma
che � bene tenere a mente).
Si noti come viene usata l'opzione append in /etc/lilo.conf per
specificare i parametri di boot come abbiamo fatto quando si � avviato
usando il dischetto di boot.
Ora si pu� riavviare il proprio sistema dal disco fisso. Per default
LILO avvier� il sistema operativo che trova per primo nel file di
configurazione, che in questo caso � Linux. Per accedere a un menu di
avvio, utile per selezionare l'altro sistema operativo, si tenga
premuto lo shift o il ctrl durante l'avvio del sistema. Si dovrebbe
vedere un prompt come questo
Boot:
Si digiti qui il nome del sistema operativo da avviare (dato dalla
riga label nel file di configurazione; in questo caso o linux oppure
msdos), oppure si prema tab per avere una lista.
Facciamo ora il caso che si voglia usare LILO come boot loader
secondario; si vuole, ad esempio, avviare Linux dal Boot Manager di
OS/2. Per poter avviare una partizione Linux dal Boot Manager di OS/2
sfortunatamente si deve creare la partizione usando l'FDISK di OS/2
(non quello di Linux) e formattare la partizione come FAT o HPFS in
modo che OS/2 la riconosca (ringraziate l'IBM).
Per far s� che LILO avvii Linux dal Boot Manager di OS/2, si deve
solamente installare LILO nel proprio filesystem di root di Linux
(nell'esempio di prima /dev/hda2). In questo caso, il proprio file di
configurazione di LILO dovrebbe essere qualcosa del tipo:
boot = /dev/hda2
install = /boot/boot.b
compact
image = /vmlinuz
label = linux
root = /dev/hda2
vga = ask
Si noti la modifica nella riga boot. Dopo aver lanciato /sbin/lilo si
dovrebbe essere in grado di aggiungere la partizione Linux al Boot
Manager. Questa procedura dovrebbe funzionare pure per i boot loader
usati da altri sistemi operativi.
10. Questioni legali
10.1. Licenza d'uso (in inglese)
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exception, ask me.
10.2. Ringraziamenti
Un sentito ringraziamento va a Matt D. Welsh, l'autore originale di
questo HOWTO. Io ho rimosso molto del contenuto specifico per
Slackware e ho reindirizzato il resto del documento sull'installazione
da CD-ROM, ma una parte sostanziale di quel che ha scritto � ancora
presente.
La versione 4.1 � stata sostanzialmente migliorata da alcuni
suggerimenti di David Shao <
[email protected]>.