Noia notturna

Il mio sonno e stato disturbato da un immensa noia, non intesa
come mancanza di stimoli, ma in senso piu classico come fastidio.
Un bel cocktail di noia, misto attesa di quell'evento che sapevo
sarebbe accaduto di li a poco: stiamo cercando di abituare nostro
primogenito a fare a meno del pannolino la notte, e naturalmente
ci tocca cambiare le lenzuola e buttare un altro telo assorbente.
Questo "statisticamente" accade verso le 2 del mattino.

Cio che mi ha dato noia e il lavoro del padre, bensi quello del
figlio: ovvero l'interazione di ieri sera con la mia vecchia
madre.  Sara strano o ridicolo che uno possa essere ancora
infastidito da una cosa simile, alla soglia dei 40 e con piu di
mille kilometri di distanza fisica.  Eppure cosi e.

La serata di ieri e stata diversa dalla solita routine. In genere
di cena presto e bambini a letto, immenso lavoro per lavare i
maledetti biberon, che vanno poi sterilizzati (pratica sulla cui
utilita ho delle riserve).  Ieri per cambiare abbiamo avuto
ospiti, e abbiamo comprato la pizza.

Entrambe le modalita, serata-routine e serata-ospiti, mi
impediscono di spendere del tempo da solo e in spensieratezza,
leggendo un libro o imparando qualcosa, magari mentre sorseggio
un dito di 'Amaro Monte Negro'.

Hey tu! Si tu che leggi 'sta pagina!  Usalo bene quel tempo, che
come diceva Marco Aurelio, non solo ne hai poco, ma quello che
hai davanti e di qualita inferiore, visto che non e detto che non
ti rincoglionisci!

A meta serata arriva una notifica.  Mamma, oltre al normale e
sempre ben accolto interessamento sul come va vita, si sente in
dovere di buttar li l'ennesimo "messaggio della madonna",
ottenuto mediante copia incolla su questi bestia di "social".

Originalmente concepito da qualche veggente che deve dar sfogo
alla sua patologia, piuttosto che da qualche prestigiatore che
deve tenere in piedi il suo business, il "messaggio" e un linea
con i soliti luoghi comuni.  Ironicamente il messaggio viene
introdotto come "autentico", roba di cui non parlare in giro per
"non spaventare nessuno".  Poi pero la stessa minestra
propinatami per lunghi anni, ogni volta che succede qualcosa di
tragico, ma inspiegabilmente mai prima.  L'implicazione di
autenticita e quella sottile linea di occultismo e
un'interessante novita.

Voglio bene a mia madre, ma mal sopporto il suo costante
tentativo di insinuare ansie e propagare terrorismo psicologico
nella gente.  Il fine e quello di ribadire l'utilita delle
infinite ore spese a pregare un'entita che, ammesso che esista,
sta ovviamente sciacquandosene i coglioni da sempre.
Naturalmente se avesse un minimo effetto non servirebbe
insistere.

Naturalmente le cose brutte esistono, le guerre rendono
miserabile la vita di tanta gente, e non e per sminuire, ma mi
vien da dire: eccetera eccetera.  Purtroppo non a tutti e chiaro
che l'utilita pratica di snocciolare rosari e solo di tenere a
bada le proprie ansie, cosi possono essere potenziate di nuovo al
prossimo terribile segreto che non possiamo dirti questa volta.

E la domanda retorica e: ci credi in quel che dici?  Perche se ci
credi di che ti preoccupi.  Se invece non ci credi (cosa che
reputo piuttosto probabile), perche mi rompi la minchia affinche
ci creda io?  La risposta piu plausibile si trova secondo me nei
meccanismi della dissonanza cognitiva: hai bisogno di supporto
comunitario per mantenere in piedi delle ovvie cialtronerie.  Il
processo e ben illustrato, su base sperimentale, nel libro dal
titolo "Quando la profezia non si avvera" di Leon Festinger.  In
questo caso le profezie sono sempre generiche (dicesi: paraculo),
ma basta indagare per trovare grosse contraddizioni che, se ce ne
fosse bisogno, sarebbero sufficienti a farsi una domanda o due.

D'altra parte qualsiasi tentativo di ragionare sarebbe sprecato,
dunque non posso che rimanere in silenzio e far finta di nulla,
cercando di tenere a bada la rabbia che mi deriva dal vedere
l'auto abuso e la quantita di tempo investita in stati di
angoscia ed attivita ansiolitiche correlate. E pensare che, se
proprio, basterebbe una fottuta pillola.  Mi farebbe meno rabbia
se si trattasse di una persona a cui non sono legato.

Di qui la voglia di sfogarmi lanciando un pippone nel vuoto, che
a parte la riduzione della mia frustrazione avra ben pochi
effetti. Forse, ben che vada, quello di intrattenere una mente
affine, o quello di risvegliare il panico ad un qualche
credulone.

A temporale concluso, finisco col pensare che dovrei usare piu
empatia e meno rabbia.  O forse e la rabbia sfogata che lascia
spazio all'empatia.

Lascio qui il puntatore ad un interessante audio, su un argomento
quasi ma non del tutto diverso:

Odifreddi a Idee e Pregiudizi: ragione scientifica e superstizione umanistica.
Durata: 56 minuti
Link: https://d3ctxlq1ktw2nl.cloudfront.net/staging/2023-6-3/df4e0d2f-cfab-8bae-a38f-5d238d690d32.mp3