Abbiamo iscritto il nano all'asilo nido locale, dove
senza grossi indugi ha iniziato a prendersi tutte le
peggio magagne. Mi dicono in molti che e perfettamente
normale che sia cosi. Fatto sta che, dall'inizio di
agosto sin qui, l'abbiamo avuto a casa circa la meta
del tempo.
Ora, di questo meta-tempo, meta e stato dovuto ad
effettive malattie, e l'altra meta a ragioni
"precauzionali" (ma farlocche assai).
<Ha il raffreddore> misteriosamente risolto soffiandoci
il naso una volta. <E triste e non mangia>
misteriosamente risolto dandogli attenzioni e
fornendogli un pasto.
Ho come la vaga impressione che questi "pedagoghi"
giuidichino lo stato di salute nanica in modo piuttosto
arbitraria e imperscrutabile. E magari come gli fa
comodo.
Ma si paga per il servizio pieno, beninteso. Pagare e
sorridere.
Naturalmente ci sono anche stati i casi in cui il nano
si e effettivamente ammalato (spoiler: a causa
dell'asilo stesso). Per l'appunto, l'ultima porcheria
di virus che ha portato a casa, ha infettato pure me,
con tanto di bollicine sulle mani altrove. Mi dicono
in molti che e perfettamente normale pure questo.
Insomma, si lavora poco e male, tra giornate di lavoro
saltate per badare ad un nano malato (o pseudo-malato),
e giorni di malattia. Questo rientra senza dubbio nei
tanti sacrifici dell'essere genitore. Non e una strada
facile.
E quando anche le cose vanno per il verso giusto, e si
riuscirebbe a portare a casa una giornata lavorativa
piena, ecco apparire ostacoli alquanto insensati, come
ad esempio la carenza delle risorse necessarie al
lavoro.
Come un minatore a cui manca... NO, non il piccone! Ma
la miniera! Seriamente.